La storia completa
La Porta Marina o Porta Vecchia, collocata nel punto in cui l’antica “via del castello” (oggi via Rossini), si congiunge con via del Consolato, presenta un arco a tutto sesto di fattura cinquecentesca posteriore al tratto del muro in cui è stato ricavato; l’arco è formato da una ghiera in laterizio impostata su due mensole a sbalzo in pietra.
Addossata all’arco (lato sinistro) si sviluppa la casa Anelli (già proprietà degli Sciarra di Acquaviva) che presenta un grande terrazzo un tempo adibito a solarium.
Di seguito si trova la loggia Voltattorni-Cornacchia costruita sul finire dell’Ottocento, interamente in laterizio intonacato, che è stata innalzata su un tratto del muro di cinta del vecchio incasato. Si apre su un corpo sottostante impostato su due volte a botte.
La struttura è stata più volte rimaneggiata, anche a seguito dei bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. Da essa si accede all’interno del vecchio incasato che i sambenedettesi chiamano sudentre.
Sudèndre definisce efficacemente, in dialetto sambenedettese, l’area racchiusa “dentro le mura castellane”, cioè il nucleo originario della città detto anche “Paese alto”.
Conserva pressoché intatto l’impianto urbano sorto in epoca medievale attorno alla primitiva Pieve di San Benedetto martire. Dell’Antico castello rimangono solo alcune delle mura perimetrali, la “Porta da mare” e il Torrione, indiscusso simbolo cittadino, chiamato affettuosamente “Lu Campanò”.